Il recente aggiornamento del simulatore “Pensami” dell’INPS (Istituto Nazionale Previdenza Sociale) mette in evidenza come, per i giovani, la pensione sia ancora un obiettivo lontano. Secondo una qualsiasi simulazione effettuabile tramite il portale dell’Istituto, i cosiddetti “giovani di quota zero” (ovvero coloro che hanno iniziato a lavorare dopo il 1996) sono i più colpiti dall’incertezza del sistema previdenziale italiano, al punto tale da lanciare un grido d’allarme e richiedere una riforma completa.
Assicurazione pensione integrativa
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Nonostante un aiuto concreto possa arrivare dal mondo assicurativo, grazie ad un’assicurazione ad hoc che garantisce una pensione integrativa a quella erogata dall’Inps, le preoccupazioni rimangono.
Simulatore Pensami: come funziona?
Il simulatore “Pensami – Pensione a misura,” recentemente aggiornato dall’INPS, consente ai contribuenti di calcolare il proprio futuro pensionistico inserendo semplicemente i propri dati. Vengono richiesti dettagli come la data di nascita, la data dei primi contributi versati, la contribuzione totale, l’ultimo lavoro svolto, l’eventuale adesione a fondi pensione, l’appartenenza a casse professionali o alla gestione separata, e altre informazioni pertinenti (si percepiscono assegni di maternità? È stato richiesto il riscatto della laurea? Vi sono stati periodi vissuti all’estero? Vigono percentuali di invalidità?).
I calcoli del simulatore Inps
Ma quindi, quando andremo in pensione? Vediamo i calcoli.
Secondo il simulatore INPS un 25enne che ha lavorato per 12 mesi potrà accedere alla pensione anticipata solo a 70 anni e alla pensione di vecchiaia a 70 anni e sei mesi, a condizione che abbia accumulato almeno 46 anni e 4 mesi di contributi per la prima e oltre 20 anni per la seconda.
Per coloro che hanno meno di 20 anni di contributi ma più di 5, l’età per accedere alla pensione di vecchiaia si prolunga fino a 74 anni e 10 mesi.
La situazione non migliora neanche per i trentenni: in questo caso, la pensione di vecchiaia è raggiungibile solo a 70 anni con 20 anni di contributi, e quella anticipata con 45 anni di contributi indipendentemente dall’età.
Riportiamo un esempio pratico, al fine di rendere i calcoli più semplici: un individuo nato a gennaio 1982 che ha iniziato a lavorare a 28 anni, nel 2010, potrà accedere alla pensione anticipata a 66 anni e due mesi, a condizione che abbia versato un minimo di venti anni di contributi e abbia accumulato un importo destinato alla pensione superiore a 2,8 volte il minimo. In caso contrario, dovrà attendere la pensione di vecchiaia (raggiungibile con 20 anni di contributi e un assegno di 1,5 volte il minimo) fino a 69 anni e sei mesi.
Per una donna nata nell’ottobre 1972 che ha iniziato a lavorare a 25 anni, l’anticipata sarà possibile solo a 65 anni e 4 mesi se ha un assegno di 2,8 volte il minimo e ha contribuito per almeno 20 anni. Se l’assegno è più basso, dovrà aspettare la pensione di vecchiaia a 68 anni e 8 mesi nel 2041.
Pensioni e futuro
Alla luce di quanto detto, il recente aggiornamento del simulatore “Pensami” dell’INPS mette in evidenza l’incertezza e le sfide che i giovani italiani affrontano nel raggiungere il traguardo della pensione.
I dati forniti dal simulatore rivelano che, per molti giovani, l’obiettivo della pensione rimane lontano e poco accessibile, richiedendo anni di contributi e assegni significativamente alti. Nonostante prodotti come le pensioni integrative possano rappresentare una soluzione valida a questo problema, la preoccupazione rimane diffusa, spingendo a riflettere sull’importanza di una riforma completa del sistema previdenziale italiano per garantire un futuro più stabile per le generazioni future.