ENPAPI è l’acronimo di Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza della Professione Infermieristica. Si tratta di un ente previdenziale che, al pari della ben conosciuta INPS, permette ad alcune categorie di professionisti di versare i propri contributi in questo fondo.
L’ENPAPI è una cassa dedicata principalmente agli infermieri ma anche agli assistenti sanitari e alle vigilatrici dell’infanzia che, non essendo iscritti alla gestione separata dell’INPS, effettuano i loro versamenti contributivi in questo fondo pensioni.
ENPAPI Contributi: come iscriversi
L’iscrizione alla cassa previdenziale ENPAPI è obbligatoria per le categorie di lavoratori sopracitate e, tale obbligo, è stabilito dallo Statuto e dal Regolamento di Previdenza.
In sostanza, tutti gli infermieri o gli assistenti sanitari che svolgono la loro professione senza un contratto di subordinazione, ma operando come liberi professionisti, sono tenuti a versare i contributi relativi al reddito percepito dall’esercizio della suddetta attività al fondo pensioni ENPAPI.
Ovviamente per poter svolgere questo tipo di mestiere, in modo che sia riconosciuto come regolare dalla legge italiana, è necessario che il professionista sia iscritto ad un Collegio IP.AS.VI.
L’iscrizione a tale Collegio è anch’essa obbligatoria e può essere effettuata presentando la domanda all’ENPI entro 60 giorni della data di inizio attività.
In sostanza, l’IP.AS.VI. è un vero e proprio albo professionale dedicato agli infermieri professionisti, agli assistenti sanitari e alle vigilatrici dell’infanzia.
In effetti, per poter essere iscritti all’ENPAPI non è sufficiente essere un professionista, ma infatti è necessario essere in possesso di due specifici requisiti:
- essere iscritti ad un Collegio provinciale IP.AS.VI;
- svolgere un’attività da libero professionista.
Per poter richiedere la registrazione è necessario compilare la domanda di iscrizione il cui modulo può essere scaricato sul portale dell’ENPAPI, in formato .pdf.
Successivamente è necessario compilare la richiesta nelle sue parti mancanti e spedirla, corredando al domanda con la fotocopia della carta d’identità e del codice fiscale, a mezzo raccomandata con ricevuta di ritorno.
A partire dal 1° gennaio del 2012 l’ENPAI ha aperto una cassa per la gestione separata. Si tratta di un’iniziativa grazie alla quale anche altre categorie di lavoratori possono utilizzare il fondo pensioni ENPAPI, e stiamo parlando di:
- coloro che lavorano sulla base di un rapporto di collaborazione coordinata e continuativa;
- i lavoratori che operano sulla base di un contratto a progetto;
- soggetti che fanno parte di organi di amministrazione e controllo di Studi Associati e Cooperative;
- soggetti che fanno parte di organi di amministrazione e controllo dei Collegi Provinciali IP.AS.VI, nel caso in cui svolgano anche un’attività di lavoro autonomo;
- i lavoratori che collaborano occasionalmente.
Questa novità, introdotta nel 2012 dall’ENPAPI, è molto più importante di quanto possa sembrare perché, grazia ad essa, molti lavoratori che non sapevano se accedere alla gestione separata INPS o al fondo ENPAPI, hanno finalmente avuto una risposta, ma soprattutto una soluzione.
I contributi ENPAPI: cosa sono?
I professionisti che hanno i requisiti per poter accedere al fondo pensione ENPAPI sono tenuti a versare una contributo annuale fisso, detto anche contributo soggettivo.
In pratica, si tratta di una quota contributiva che non dipende dal reddito del lavoratore, per questo motivo viene definita soggettiva. SI tratta di un versamento fisse che tuttavia non è immutabile perché, il suo valore, viene stabilito di anno in anno dall’Ente.
Il contributo oggettivo, invece, è quello che dipende dalla somma di denaro che il lavoratore ha guadagnato dall’esercizio della professione ed è una percentuale che va calcolata prendendo, come base imponibile, proprio il reddito annuo. Anche quest’aliquota non è immutabile, ma varia di anno in anno.
Oltre al contributo soggettivo e a quello oggettivo, è previsto anche un contributo integrativo. Si tratta di un’aliquota del 4% che deve essere applicata direttamente in fattura dal professionista.
Anche per questo genere di contributo esiste una quota minima annuale da versare, che non dipende dal reddito annuo, che ammonta a 150 euro.
Ed infine, l’ENPAPI ha previsto un ulteriore contributo, quello di maternità. Anche in questo caso si tratta di una percentuale che viene decisa anno per anno dal Consiglio di Amministrazione dell’Ente, prendendo come riferimento le indennità già erogate.
Come si versano i contributi all’ENPAPI?
Per poter versare i contributi all’Ente è necessario che ogni anno i liberi professionisti, che hanno aderito al fondo, presentino la propria dichiarazione dei redditi, sulla base della quale verrà calcolata la quota contributiva.
Per poter consegnare all’ENPAPI la dichiarazione dei redditi è necessario eseguite la procedura solo ed esclusivamente in via telematica.
Per espletare la procedura occorre accedere al portale dell’EPAPI ed effettuare il login all’area riservata. In caso di ritardo nella consegna della dichiarazione dei redditi o di omissione sono previste delle sanzioni pecuniarie che possono essere dei valore:
- di 10 euro, se il ritardo nella trasmissione della dichiarazione dei redditi avviene entro i primi 7 giorni dalla scadenza;
- di 50 euro, se il ritardo avviene tra l’ottavo e il novantesimo giorno successivi alla scadenza;
- di 100 euro, se si superano i 100 giorni dalla scadenza.
Cancellazione dall’ENPAPI: è possibile? Quel è la procedura da seguire per cancellarsi dal fondo?
In realtà non esiste una vera e propria modalità utile a cancellarsi dall’ENPAPI, anche perché è obbligatoria l’iscrizione e sarebbe come volersi cancellare dall’INPS.
Tuttavia, è possibile richiedere una ricongiunzione dei contributi nel senso che: se il lavoratore, che esercita una libera professione, come l’infermiere o l’assistente sanitario, ha intenzione di passare ad un’altra gestione ha la possibilità di unire i propri contributi ENPAPI con quelli obbligatori INPS.
Un caso del genere si può verificare quando un’infermiera decide di non essere più una libera professionista, ma di lavorare presso un ospedale con un regolare contratto di lavoro subordinato con l’obbligo di versare i contributi all’Istituto Nazione per la Previdenza Sociale.
In una circostanza del genere è necessario comunicare all’ENPAPI la novità professionale attraverso una domanda di esonero dalla contribuzione. In questo modo il lavoratore può evitare di versare i contributi soggettivi, ossia la quota fissa annuale che non dipende dal reddito realmente percepito.
La cancellazione dall’Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza della Professione Infermieristica avviene solo in tre specifici casi:
- cancellazione dall’Albo;
- radiazione dall’Albo;
- ricongiunzione con altre gestioni previdenziali, che è il caso di cui abbiamo parlato sopra.