In Italia si fa ancora un po’ di fatica ad affidarsi completamente alle forme di pagamento elettronico, comprese le carte digitali legate al proprio conto corrente come quelle libere da un legame con la banca di riferimento.
Vanno meglio le nuove generazioni certamente più abituate ad avere a che fare con le operazioni digitali, comprese le transazioni economiche, poiché i giovani riescono a districarsi meglio tra le insidie del web ma anche grazie ad una mente settata per un ecosistema elettronico.
Ma ad ogni modo le operazioni cashless, e più in generale quelle attraverso carte elettroniche o piattaforme di pagamento digitale, stanno comunque vedendo una crescita costante con almeno la metà degli italiani che preferisce metodi di pagamento alternativi al contante, come dimostrano diverse ricerche di settore.
Tanto che nel 2022 sono girati 400 miliardi di euro con la conseguente lettura che questi tipi di pagamento sono decisamente il presente e il futuro delle transazioni. Ma per quanto riguarda le transazioni elettroniche esistono fondamentalmente tre tipologie di carte che le banche e gli istituti di credito mettono a disposizione dei propri clienti: le carte di credito, le carte di debito (o più semplicemente “bancomat”) e le carte prepagate.
Carte di credito
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Oggi le carte di credito anche nel nostro Paese hanno raggiunto un largo utilizzo e una diffusione capillare, tanto da essere utilizzati anche per lo svago e comunque per l’acquisto di servizi non primari.
Le credit card si usano ad esempio per l’acquisto di app sullo store del proprio smartphone, per l’acquisto di biglietti di viaggio o di biglietti aerei, per ottenere un bonus senza deposito immediato su una piattaforma di iGaming o per scaricare videogame.
Il panorama è davvero ampio e variegato e il loro uso è entrato nella quotidianità di tutti. In Italia infatti il numero di carte di credito attive, secondo i dati raccolti per il 2021, è pari a 15,2 milioni, che ha portato a un valore totale delle transazioni realizzate è di 84,6 miliardi di euro circa.
La particolarità delle carte di credito, che sono comunque legate ad un conto corrente è il fatto di effettuare un pagamento ma vederselo addebitato non immediatamente ma con una cadenza regolare (ogni mese, ogni tre mesi, ogni sei mesi) ma sempre rispettando un determinato plafond che dipende dal tipo di carta di credito (ci sono le carte esclusive che non hanno neanche un limite ma bisogna avere un profilo finanziario ed economico davvero molto solido e consistente).
Carte di debito
La carta di debito è anche detta popolarmente “bancomat” ed è il metodo più usato dagli italiani. In Italia sono attive più di 54 milioni di carte di debito con volumi di transazioni che hanno sfiorato i 184 miliardi di euro nel 2021.
A differenza delle carte di credito, i bancomat effettuano un prelievo diretto dal conto per cui, nel caso in cui non si avesse immediata disponibilità di quella determinata cifra che si vuole transare, questa non verrà autorizzata proprio per mancanza di liquidità.
Carte prepagate
Infine le carte prepagate, la maggior parte di esse che viaggiano su un circuito finanziario affidabile e certo, come Maestro, Mastercard o Visa, ma con la differenza rispetto alle precedenti di non essere per forza legata ad un conto corrente bancario.
Dall’altra parte c’è la possibilità di utilizzare queste carte praticamente per ogni tipo di transazione che si voglia, sia in negozio fisico sia nelle transazioni online. Il meccanismo di questa carta è infatti molto banale: si carica su questa tessera una cifra (tramite sportello bancario se legata a un conto corrente, altrimenti tramite piattaforme di pagamenti digitali come PayPal, SatisPay o Paysafecard) ed essa è immediatamente disponibile.
E quella delle carte prepagate è una novità che è piaciuta tanto agli utenti. Secondo le stime nel 2021 il transato con questo strumento ha superato i 54,1 miliardi di euro con un incremento del 26,6% rispetto al 2020. Secondo la Banca d’Italia, inoltre, sono circa 30 milioni le carte prepagate possedute dagli italiani, una cifra che fa intendere quanta fiducia ci sia nell’utilizzare questo strumento.