Gli ETF (Exchange Traded Funds) sono fondi di investimento quotati in borsa che replicano l’andamento di un indice, di un settore o di una categoria di asset. Offrono diversi vantaggi agli investitori, tra cui la possibilità di diversificare il proprio portafoglio, di ridurre i costi di gestione e di beneficiare della trasparenza e della liquidità del mercato.
Tuttavia, non tutti gli ETF sono uguali e per scegliere i migliori bisogna tenere conto di alcuni fattori, come la qualità del gestore, la coerenza con l’indice di riferimento, il livello di rischio e il rendimento atteso. In questo articolo, vedremo cos’è un ETF, come funziona e quali sono i criteri per valutarne la convenienza.
Cosa sono gli ETF?
Gli ETF sono fondi di investimento che replicano l’andamento di un indice o di un paniere di titoli, obbligazioni, materie prime o altre classi di attività. Sono quotati in borsa e possono essere acquistati e venduti come le normali azioni tramite i broker online.
Negli ultimi tempi. sempre più italiani stanno costruendo portafogli e piani di accumulo su ETF tramite il broker tedesco Scalable Capital. Con questo broker è possibile costruire piani di risparmio sugli ETF a zero commissioni, tramite un’app di facile utilizzo.
Hanno il vantaggio di offrire una gestione passiva e a basso costo, semplicità operativa, trasparenza sul portafoglio e sul prezzo, flessibilità temporale e diversificazione del rischio. Sono adatti sia agli investitori istituzionali che a quelli retail che vogliono esporsi a diversi mercati o strategie con un solo strumento.
Gli ETF sono regolamentati dalle autorità competenti e soggetti a tassazione in base alla normativa vigente. Possono avere diverse modalità di replica dell’indice di riferimento e possono presentare alcuni rischi legati alla liquidità, al tracking error, al cambio o al prestito dei titoli.
Esistono diverse tipologie di ETF, che si differenziano per la modalità di replica dell’indice, la strategia adottata, la classe di attività sottostante e il fornitore. Vediamo brevemente le principali:
- ETF fisici: investono direttamente negli asset che compongono l’indice sottostante, acquistandoli in proporzione al loro peso nell’indice.
- ETF sintetici: utilizzano dei derivati finanziari, come swap o contratti a termine, per replicare l’andamento dell’indice sottostante senza possedere gli asset fisici.
- ETF standard: investono su determinate classi di attività, zone geografiche o settori industriali, replicando indici tradizionali come il Dow Jones, il FTSE MIB o l’S&P 500.
- ETF strutturati: non si limitano a replicare un indice, ma grazie a determinate tecniche possono anche partecipare in maniera più che proporzionale all’andamento dell’indice (ETF a leva) o a partecipare inversamente ai movimenti dei mercati di riferimento (ETF short).
- ETF socialmente responsabili: investono in aziende che rispettano determinati criteri ambientali, sociali e di governance (ESG), escludendo quelle che operano in settori controversi come le armi, il tabacco o il gioco d’azzardo.
- ETF tematici: investono in settori o trend emergenti e innovativi, come le energie rinnovabili, l’intelligenza artificiale, la biotecnologia o la blockchain.
- ETF smart beta: investono seguendo delle strategie alternative agli indici tradizionali basati sul peso di mercato delle aziende. Queste strategie possono essere basate su fattori quali il valore, la crescita, la qualità, il momentum o la volatilità.
Come scegliere i migliori ETF
Ma come scegliere gli ETF migliori per i propri obiettivi di investimento? Ecco alcuni criteri da tenere in considerazione:
- La coerenza tra l’indice di riferimento e il proprio profilo di rischio. Gli ETF possono replicare indici azionari, obbligazionari, misti, settoriali, geografici o tematici. A seconda della volatilità e del rendimento atteso dell’indice, possono essere più o meno adatti al proprio orizzonte temporale e alla propria tolleranza al rischio.
- La qualità del gestore. Gli ETF sono gestiti da società specializzate che si occupano di creare e amministrare i fondi, garantendo la corrispondenza tra il valore dell’ETF e quello dell’indice.
È importante scegliere gestori affidabili, con esperienza nel settore e con una buona reputazione sul mercato. - Il costo complessivo. Gli ETF hanno un costo inferiore rispetto ai fondi tradizionali, ma non sono esenti da spese. Il principale indicatore del costo è il TER (Total Expense Ratio), che esprime la percentuale annua delle spese di gestione sul patrimonio del fondo. Inoltre, bisogna considerare le commissioni di negoziazione applicate dal broker o dalla banca con cui si acquistano o vendono questi fondi.
- La liquidità. La liquidità di un ETF dipende dalla frequenza e dal volume delle transazioni sul mercato secondario, dove gli investitori comprano e vendono i fondi tra loro. Una maggiore liquidità implica una minore differenza tra il prezzo di acquisto e quello di vendita (spread), e quindi una maggiore facilità di entrata e uscita dal fondo.
La liquidità è influenzata dalla popolarità dell’indice di riferimento, dalla dimensione del fondo e dalla presenza di operatori specializzati (market maker) che garantiscono la continuità delle quotazioni.
Conclusioni
In conclusione, gli ETF sono strumenti finanziari interessanti per chi vuole investire in modo semplice ed efficace nel medio-lungo periodo, ma richiedono una selezione accurata in base ai propri obiettivi e alle proprie esigenze.
Per approfondire il tema e scoprire le migliori opportunità di investimento, puoi consultare un consulente finanziario qualificato, oppure avvalerti dei materiali didattici gratuiti presenti sul web.