Cosa fare in caso di carta smagnetizzata?

La smagnetizzazione della carta di credito o prepagata è un evento piuttosto frequente ma soprattutto irreversibile. Una volta diventata illegibile infatti non può più essere utilizzata e il titolare deve chiederne la sostituzione all’ente che l’ha emessa.

L’importanza della banda magnetica della carta

Le carte di credito e i bancomat presentano sul retro una sottile banda magnetica che contiene informazioni importanti. Tramite questa striscia infatti il lettore ottico può verificare il nome del titolare, il codice PIN, il numero di conto, la scadenza e così via.

Quando passiamo la carta su un terminale, queste informazioni vengono ricevute e scambiate con un server centrale che autorizza la transazione, dopo aver verificato la correttezza delle informazioni e la disponibilità del saldo.

La smagnetizzazione, rendendo illeggibile la banda magnetica, impedisce al server di controllare e recepire i dati per cui diventa impossibile effettuare qualsiasi transazione che necessita dell’utilizzo fisico della carta.

Perché si smagnetizza la carta?

Da un punto di vista strettamente tecnico, una carta di credito si smagnetizza nel momento in cui viene a contatto con un campo magnetico così potente da annullare e cancellare i dati contenuti nella striscia presente sul retro. Facciamo un esempio pratico. Spesso teniamo la carta all’interno della custodia dello smartphone, un’abitudine errata perché il device elettronico, caratterizzato dall’emissione di un campo elettromagnetico molto forte, danneggia il chip e altera la banda.

Un’altra consuetudine sbagliata consiste nel tenere la carta nel portafoglio: monete ed eventuali magneti possono renderla inutilizzabile perché cancellano la possibilità di leggere i dati del titolare e del conto. Allo stesso modo bisognerebbe evitare di tenere il bancomat vicino a elettrodomestici come il televisore e il forno a microonde ma soprattutto in borsa accanto a oggetti che potrebbero accidentalmente andare a rigare la banda magnetica.

Il danneggiamento fisico di una carta infatti è forse la causa più comune di demagnetizzazione. La banda magnetica ha una pellicola di ferro che, se graffiata, rende i dati illeggibili e il lettore ottico non sarà quindi in grado di elaborarli. Questo è un altro motivo per cui non è consigliabile tenere le carte scoperte nella stessa tasca dove teniamo le chiavi o altri oggetti metallici.

Spesso la smagnetizzazione è dovuta a un evento accidentale come un urto oppure alla semplice usura. Utilizzarla di frequente per i pagamenti la sottopone a uno sfregamento eccessivo che potrebbe demagnetizzare il chip.

Come si fa a capire se la carta è smagnetizzata?

La prima cosa da fare è provare ad effettuare un normale prelievo allo sportello bancomat. Se sullo schermo compare un messaggio relativo all’illeggibilità della carta, vuol dire che il dispositivo è smagnetizzato. Prima di richiederne la sostituzione però è bene provare presso un altro POS: a volte il problema potrebbe derivare da un mancato collegamento telefonico che impedisce la lettura del dispositivo.

Un altro metodo efficace per capire se la nostra carta è diventata inutilizzabile, è chiedere a un commerciante la cortesia di strisciarla anziché inserirla nel lettore. Se non riusciamo a effettuare il pagamento o comunque il commerciante rileva un messaggio d’errore, vuol dire che dobbiamo sostituire il dispositivo.

Spesso ci si rende conto che la banda è usurata grazie a un semplice esame visivo. Tutto quello che dobbiamo fare è porre la carta sotto una fonte di luce chiara e potente. La presenza di graffi e striature potrebbero confermare l’avvenuta smagnetizzazione della banda per usura.

Esistono trucchi e rimedi per far funzionare una carta smagnetizzata?

Nessun trucco o rimedio può invertire il processo di demagnetizzazione. Uno dei più gettonati, ad esempio, consiste nel passare una gomma da cancellare sulla banda posta sul retro, facendo attenzione a eliminare mano mano i residui. Seppur economico e di facile esecuzione, questo metodo non presenta nessuna validità tecnica.

Tutto quello che possiamo fare, prima di effettuare un secondo tentativo di prelievo presso il POS, è di pulire con delicatezza la striscia magnetica con un panno pulito, come quello che utilizziamo per le lenti degli occhiali, per togliere eventuali particelle di polvere o di sporco che potrebbero ostacolare il lettore ottico.

Attenzione: stiamo parlando di semplice pulizia. Il processo di smagnetizzazione, è bene ricordarlo, è irreversibile: questo è il motivo per cui esiste soltanto un modo per risolvere il problema di una carta diventata illeggibile.

Cosa fare quando si smagnetizza la carta

L’unica soluzione per risolvere questo problema è chiedere la sostituzione della carta all’ente che l’ha emessa quindi la Banca, le Poste oppure un istituto finanziario. I servizi di home banking non sempre comprendono la possibilità di sostituire online la carta smagnetizzata. In questo caso dobbiamo recarci presso la filiale più vicina.

La procedura online, laddove possibile, è semplice e veloce: non dobbiamo far altro che contattare la banca per richiedere la sostituzione. Dopo aver verificato la nostra identità, l’operatore ci chiederà la conferma del recapito, del numero di telefono, informandoci che, fino al momento della ricezione effettiva della nuova carta, potremo utilizzare quella smagnetizzata per i pagamenti online e in negozio. A questo punto, entro sette giorni lavorativi dalla richiesta, riceveremo la nuova carta che, per ragioni di sicurezza, non avrà lo stesso codice e numero di quella smagnetizzata.

Se non vogliamo approfittare della procedura online o la nostra banca non la fa rientrare nei servizi di home banking, dobbiamo recarci a uno sportello fisico, portando con noi un documento d’identità. L’impiegato provvederà alla sostituzione immediata se l’Istituto dispone di carte “anonime” da attivare contestualmente al ritiro di quelle scadute o inutilizzabili. In caso contrario, verrà inviata tramite posta.

Quanto costa sostituire una carta smagnetizzata?

Il costo dipende dalle condizioni contrattuali che abbiamo firmato all’apertura del conto. Solitamente la prima sostituzione è gratuita mentre le successive sono a titolo oneroso ma parliamo sempre di cifre esigue che raramente superano i 10 euro.

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