La TARI o tassa sui rifiuti, che periodicamente è soggetta a rettifiche di calcolo, si prepara a subire nuove variazioni già a partire dal 2020. Scopriamo in questa guida fiscale quali saranno le novità previste per l’anno 2020!
TARI: che cos’è?
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La TARI è una tassa relativa ai servizi di raccolta, trattamento e smaltimento dei rifiuti solidi urbani introdotta con la Legge di Stabilità 2014, che raggruppò diverse tasse in una soltanto per beneficiare del cosiddetto “effetto semplificazione”.
Infatti, sotto il nome TARI confluirono La “Tariffa di igiene ambientale” TIA, la “Tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani” TARSU ed il “Tributo comunale sui rifiuti e sui servizi” TARES.
È importante capire quali siano i presupposti di legge della TARI e le relative modalità di calcolo per non incorrere in facili errori che comporterebbero versamenti incompleti o crediti lentamente riscuotibili.
TARI: Presupposti di Legge
La TARI è disciplinata dalla Legge n. 147 del 2014, definita Legge di Stabilità, al comma 641 dell’articolo 1, ovvero:
“Il presupposto della TARI è il possesso o la detenzione a qualsiasi titolo di locali o di aree scoperte, a qualsiasi uso adibiti, suscettibili di produrre rifiuti urbani. Sono escluse dalla TARI le aree scoperte pertinenziali o accessorie a locali tassabili, non operative, e le aree comuni condominiali di cui all’articolo 1117 del codice civile che non siano detenute o occupate in via esclusiva“.
Il comma 642 specifica, inoltre:
“La TARI è dovuta da chiunque possieda o detenga a qualsiasi titolo locali o aree scoperte, a qualsiasi uso adibiti, suscettibili di produrre rifiuti urbani. In caso di pluralità di possessori o di detentori, essi sono tenuti in solido all’adempimento dell’unica obbligazione tributaria“.
Pertanto, chiarito quali siano i soggetti tenuti al versamento della tassa per i rifiuti, che viene incassata direttamente dall’ente comunale, è fondamentale capirne il calcolo. È il comma 646 a tracciare la rotta per la quantificazione di questa tassa precisando che:
“Per l’applicazione della TARI si considerano le superfici dichiarate o accertate ai fini dei precedenti prelievi sui rifiuti. Relativamente all’attività di accertamento, il comune, per le unità immobiliari iscritte o iscrivibili nel catasto edilizio urbano, può considerare come superficie assoggettabile alla TARI quella pari all’80 per cento della superficie catastale determinata secondo i criteri stabiliti dal regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 23 marzo 1998, n. 138”.
Quindi resta inteso che, fatto salvo quanto indicato dalla legge, il calcolo va svolto con una aliquota e delle tariffe unitarie da rapportare ai metri quadrati dell’immobile soggetto a tassazione nella misura indicata dalla legge.
Circa le tempistiche di pagamento, invece, come detto restano a discrezione dei singoli Comuni ma nella maggior parte dei casi si ha una ripartizione della tassa in tre rate: due acconti da versare rispettivamente entro aprile e luglio ed un saldo da versare entro la fine dell’anno.
TARI: Modalità di pagamento
C’è discrezionalità, per i Comuni, anche sulle modalità di pagamento della TARI che, a seconda dei casi, potrà essere versata tramite un classico Modello F24, con un MAV oppure con un bollettino postale o bonifico bancario.
Come risaputo, nei modelli F24 è necessario inserire un codice che identifichi la tipologia di versamento. Il codice assegnato alla TARI, che va inserito nella sezione del modello dedicata ad IMU ed altri tributi locali, è il 3944.
TARI: riduzioni facoltative ed obbligatorie
La legge, oltre ai criteri impositivi, prevede anche delle agevolazioni che si traducono in riduzioni facoltative ed obbligatorie rispettivamente stabilite dai commi 659 e 656.
TARI: riduzioni facoltative
Le riduzioni facoltative occorrono quando la tassa riferita ad un immobile con un unico occupante oppure nel caso in cui gli immobili ad uso stagionale come le case vacanza.
Questo perché si presuppone una produzione limitata di rifiuti rispetto un immobile di pari dimensioni ma occupato generalmente da una famiglia.
TARI: riduzioni obbligatorie
Per riduzioni obbligatorie si intende quelle che occorrono quando il servizio di raccolta è inficiato da diversi motivi come impedimenti organizzativi di varia natura, ma anche in caso di violazione dei relativi riferimenti normativi.
TARI: Novità calcolo per l’anno 2020
Come anticipato, ci saranno delle sostanziali novità dal 2020 nel calcolo della TARI così come dettato dall’ARERA, ovvero l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente.
L’Authority ha stabilito che diversamente da quanto accade adesso non bisognerà versare più le somme anche per coloro che non hanno provveduto all’adempimento della tassa.
Il Comune dovrà fare manleva sul moroso e potrà imputare dette somma in bilancio come credito inesigibile soltanto se si siano rivelate infruttuose tutte le iniziative anche giudiziarie.
Ulteriore sostanziale revisione sarà lo scorporo di costi non direttamente connessi con il ciclo dei rifiuti, che ora rientrano nel calcolo TARI, ovvero i costi per le derattizzazioni o per lo spazzamento della neve.
Infine, altri cambiamenti riguarderanno anche i criteri di innalzamento della quota della tassa da parte dei Comuni, che potranno aumentarla solo a seguito di una miglioria apportata al servizio o di una motivata riorganizzazione dello stesso.
Per evitare errori di calcolo che potrebbero far lievitare questa tassa o creare una situazione di irregolarità da dover poi sanare: è importante conoscere ogni aspetto della metodologia di calcolo e degli errori che potrebbero presentarsi.
Nella maggior parte dei casi le tipologie di errore sono riferibili ad una non corretta applicazione dell’IVA oppure ad un calcolo errato delle pertinenze dell’abitazione